sábado, 5 de dezembro de 2009

Quel ch'é perduto, é perduto.

Povero Gatullo, 

Smettila una buona volta

di perderci la testa,

e convinciti:

quel ch'è perduto è perduto.

Li hai avuti un tempo

i tuoi giorni felici,

quando ti precipitavi là dove ti voleva

quella donna che tu hai amato

come mai nessun'altra lo sarà

E fra voi,  allora, liete ore d'amore

tu e lei pieni dello stesso desiderio.

Li hai avuti i tuoi giorni felici...


E se ora lei non ti vuole più,

anche tu non devi più volerla

E non inseguirla se ti fugge.

E non sentirti così infelice,

su, avanti, fatti forza.


E allora addio, amore mio,

Catullo ormai è diventato insensibile.

Non ti verrà più a cercare, 

non ti pregherà più

per avere in cambio un rifiuto.


Ah, ma tu soffrirai,

quando non ti chiederà più niente!

Come ti compiango,

che vita ti aspetta, povera infelice?

Chi ti verrà a cercare, ora?

A chi sembrerai bella?

Con chi farai l'amore?

a Chi darai "sono tua"?

Chi bacerai, adesso?

A chi morderai le labbra?


Ma tu, Catullo, sii forte,

resisti, tu, resisti.


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